Alle origini del caffè
Correva l’anno 1000, quando alcuni commercianti arabi, di ritorno dai loro viaggi nel continente africano, portarono dei chicchi di caffè, con i quali, per ebollizione, cominciarono a preparare una bevanda eccitante chiamata qahwa (“eccitante”). Da qui alla parola turca kahve e all’italiano caffè il passo è stato breve. Ma c’è chi sostiene che il nome in realtà derivi da Caffa, regione dell’Etiopia dove cresce spontaneamente.
In Europa il caffè si diffuse nel XVII secolo, prendendo il nome di “vino d’Arabia”. La Chiesa lo considerò la “bevanda del diavolo”, per le sue proprietà eccitanti e per anni restò una bevanda da locali nascosti. Nel ’700 invece i caffè divennero luoghi di ritrovo frequentati da filosofi illuministi, uscendo da seminterrati e luoghi isolati.
Quanto se ne consuma?
La Finlandia è il paese con il più alto consumo di caffè: 12 kg per persona all’anno. Al contrario, a Portorico, la quota pro-capite annua è pari a 400 grammi di caffè. L’Italia occupa il dodicesimo posto della classifica, con 5,9 kg di caffè pro-capite, dopo Svizzera, Canada, Danimarca, Austria, ecc… La media di consumo mondiale è di 1,3 kg all’anno per persona.
Caffè e salute
L’Università svedese di Lund, nel 2008, ha dimostrato che bere caffè ridurrebbe il rischio di cancro al seno, almeno per le donne che hanno una variante relativamente comune del gene CYP1A2, che aiuta a metabolizzare estrogeni e caffè. Nel 2011, la Harvard School of Public Health ha riferito di uno studio condotto su 48.000 uomini che, bevendo sei o più tazze al giorno di caffè, hanno ridotto del 60% il rischio del cancro alla prostata.
Caffeina letale?
La caffeina può davvero uccidere, ma occorre bere tra le 80 e le 100 tazze di caffè in un tempo ristretto (circa 4 ore).
La chimica del caffè
Il caffè contiene circa 1000 composti chimici, alcuni dei quali rappresentano fonte di scoperta per la scienza e potrebbero essere usati in futuro per curare malattie cardiache e insonnia.
Caffè anticancro
Carlo d’Inghilterra, abituato ad utilizzare terapie mediche alternative, è un fervente sostenitore dei clisteri di caffè come cura anticancro (la cosiddetta cura Gerson che prevede tra l’altro iniezioni di vitamine, ndr). Su Amazon si vende il kit per farli da sé.
Il caffè decaffeinato
La variante di caffè decaffeinato naturale si chiama Coffea charrieriana, originaria del Camerun. Il resto del caffè viene decaffeinato in modo artificiale, attraverso procedimenti chimici. Ma in realtà è impossibile eliminare del tutto la caffeina. Secondo uno studio dell’Università della Florida, in 5/10 tazze di caffè decaffeinato si troverebbe lo stesso quantitativo di caffeina presente in una-due tazze di caffè. Dunque in media in una tazzina di decaffeinato ci sarebbe l’equivalente di un quinto o un decimo di quella contenuta in una tazzina di espresso normale.
Caffè e musica
Il compositore Johann Sebastian Bach amava moltissimo bere caffè, e così dedicò alla bevanda una cantata: il Kaffeekantate, eseguita a Lipsia, in Germania, tra il 1732 e il 1735. Ascolta ora
Caffè e sport
L’Università del Queensland ha condotto uno studio pubblicato sul Journal of Science and Medicine in Sport. In esso, 14 ciclisti avevano assunto il caffè un’ora prima di una corsa, guadagnando il 2% in termini di velocità. Ma prendiamo questo risultato con la dovuta riserva (perché le variabili in campo sono davvero molte).
Arabica o robusta?
Le due principali specie di caffè, la robusta e l’arabica non hanno le stesse caratteristiche organolettiche. La robusta può avere il doppio di caffeina dell’arabica (che è più pregiata, ma meno “forte”). E in parte dipende dalla tostatura (o torrefazione) del caffè, il processo di arrostimento.